Nel giorno del suo battesimo il piccolo principe venne maledetto da una crudele strega non invitata al ricevimento: egli avrebbe smarrito sè stesso.
All’età di dieci anni, per incanto, il principe si ritrovò in un altro paese, sconosciuto a tutti, vestito di stracci.
Iniziò una nuova vita nell’angiporto della città, tra ladri e puttane.
Imparò a rubare e fuggire, conobbe lo spergiuro e il gioco dei dadi, la disperazione e il vino che placa il rimpianto.
Si sentì perduto in una notte di scirocco, quando la pioggia intrisa di polvere del deserto sembra un velo di fango.
Adescò fanciulle che sapevano di salsedine, dormì il sonno del vagabondo su giacigli di paglia.
Dopo dieci anni l’incantesimo si sciolse, e ritornò alla corte del suo regno.
Finalmente ripresi i suoi abiti e il suo lignaggio, con doloroso stupore realizzò che non era più in grado di subire il rigido cerimoniale di corte.
Inadatto a condurre la sterile processione dell’aristocratico, sognava maleodoranti vicoli, e una sorda libertà che, ora, gli era preclusa.
Eppure, non aveva forza e coraggio per ritornare a quel mondo.
E non sapeva quale vita sognasse, e quale vita fosse sogno.
La maledizione della strega inizia ora.
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