martedì 23 febbraio 2021

L'UNIVERSO, DIO E IL MIO TOSTAPANE



Ho comperato un nuovo tostapane su Amazon. 

Diciannove euro e novanta. 

Costava ventotto e ottanta, ma c’era una offerta. 

Che poi, mi domando, ha un significato la balbuzie dei numeri decimali, monotoni nel tartagliare la cifra? 

Quando lo hanno consegnato stavo leggendo un articolo di un qualche astrofisico che tentava di spiegare il perché e il percome il nostro cervello non riesce neppure a immaginare la vastità di questo universo. 

Ho inserito la spina nella presa, ma i piccoli, delicati pulsanti a Led non ne volevano saperne di accendersi. 

Soltanto un’ora dopo ho scoperto che bastava tirare giù la leva per tostare le fette di pane. Ridendo tra me ho pensato: non solo non afferro la grandezza dell’universo, ma neppure riesco a comprendere l’uso di un semplice elettrodomestico. 

Quella notte, la sete dovuta ai troppi superalcolici mi ha portato in cucina, a bere acqua, fredda e ostile, nella luce elettrica delle quattro del mattino. 

Il tostapane, nella sua carenatura bombata in acciaio retrò, baluginava di un freddo riverbero. 

Ho inserito il pancarrè, ho aspettato che il ronzio delle resistenze dorasse la superficie, il fragrante sentore artificiale del pane abbrustolito.

Intanto pregavo: caro tostapane Amazon in offerta limitata, brucia questa infelicità a prezzo fisso che ho dentro le ossa e in quella piccola scatola che, presuntuosamente, chiamo anima, e fammi credere che il mondo è bello così, con il suo marketing di disperazione a cifra scontata. 

Ultima offerta al ribasso! Soddisfatti o rimborsati! Leggete le recensioni degli altri clienti! 

Altri disperati come me, svegli poco prima dell’alba, a non capire un cazzo dell’universo, e del perché sono in piedi a guardare un tostapane, dopo troppi bicchieri, troppe parole, e un solo silenzio, quello del nostro cuore.

Il rumore secco dello scatto meccanico ha portato le fette abbrustolite alla luce fredda dei faretti alogeni. 

Lontano, il disperato frenare di un’auto, un gabbiano che grida, una porta si apre e qualcuno scende le scale. 

Ho mangiato quel pane, come un’ostia. 

Ho cercato ancora, disperatamente, di sbranare quello che non so, che non capisco. 

L’Universo, Dio, questo tostapane, e anche me stesso.

1 commento:

  1. Ora che ci penso, ho comprato anche io un tostapane. Non l'ho ancora mai acceso, forse per questo oltre a non avere le risposte, non ho ancora trovato nemmeno le domande.

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